giovedì 4 novembre 2010

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stand up 2010

domenica 8 novembre 2009

ANNUNCIO ALLO STAND UP: SPIRAGLIO SULLE INTERCETTAZIONI

INTERCETTAZIONI: PDL APRE A MODIFICHE DDL ALFANO / ANSA

RELATORE, ENTRO DICEMBRE FINE ITER IN COMMISSIONE AL SENATO (ANSA) - ROMA, 5 NOV - Il Pdl apre alla possibilità di modificare il disegno di legge Alfano in materia di intercettazioni telefoniche, che nella seconda metà di novembre dovrebbe riprendere il suo iter in commissione Giustizia alSenato per concluderlo entro dicembre. A confermare la disponibilità a "cambiamenti necessari" è stato oggi il relatore del provvedimento, Roberto Centaro, intervenuto all'iniziativa della Federazione nazionale dellastampa per la giornata europea 'Stand up for journalism' a favore della libertà di stampa. "Al momento - ha assicurato Centaro - appare tramontata l'ipotesi che il Senato approvi il ddl senza modifiche, che pensiamo di concordare con il colleghi della Camera all'interno della Consulta giustizia del Pdl". Tra le "criticità" segnalate dal relatore, 2il problema delle sanzioni a carico del giornalista che pubblica notizie coperte da segreto, dal momento che il cronista è solo l'ultimo terminale della violazione", e "la possibilità di pubblicare solo per riassunto o contenuto alcuni atti non più coperti dal segreto:riassunto e contenuto, infatti, possono essere piegati ad esprimere verità parziali". Inoltre, ha aggiunto Centaro, "si può definire meglio il presupposto dei 'gravi indizi di colpevolezza'" come requisito necessario per procedere alle intercettazioni (si sarebbe parlato di 'sufficienti indizi') e si può discutere "sulle procedure d'urgenza alle quali sottoporre il giornalista che violi il segreto", immaginando"un'Autorità di garanzia come soggetto terzo e imparziale, rispetto a stampa e magistrati, chiamata a decidere". Tra le proposte di modifica del Pd, il senatore Felice Cassonha invece citato "la definizione di una fase temporale precisa per il necessario segreto istruttorio, terminata la quale gli atti diventano pubblicabili", "un livello di tutela ridotto per la riservatezza di politici e personaggi di alto livello" e "la possibilità di intervenire rapidamente a livello disciplinare a carico dei giornalisti che violino il segreto". L'importante, secondo il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara, "è trovare il giusto equilibrio tra la tutela delle indagini e quella della libertà di stampa, e quindi tra gli atti coperti dal segreto e quelli non più segreti per i quali è inutile porre rigidi paletti ai giornalisti. Ci sono sviluppi che vanno preservati e notizie che vanno date: e il caso Marrazzo conferma la necessità di individuare un punto di equilibrio". Per "modifiche radicali" al ddl ha sempre spinto la Federazione nazionale della stampa. "Se venissero meno le funzioni di garanzia democratica dei giornalisti, la convivenza civile sarebbe mutilata", ha detto il segretario Franco Siddi. Tra le richieste ribadite anche oggi dalla Fnsi, nell'interventodel presidente Roberto Natale, "la pubblicabilità integrale degli atti non più coperti dal segreto, la revisione delle sanzioni a carico di giornalisti ed editori, un Giurì per la correttezza dell'informazione in grado di intervenire con rapidità, norme di garanzia per le liti temerarie". (ANSA).
05-NOV-09 16:36 NNNN

SIDDI: INFORMAZIONE SENZA CENSURE E AUTOCENSURE

Sintesi dell’intervento del Segretario Generale della Federazione Nazionale della
Stampa Italiana, Franco Siddi alla manifestazione “STAND UP FOR JOURNALISM”:
GIORNATA EUROPEA PER LA DIGNITA’ DEL LAVORO GIORNALISTICO
“Giornalisti italiani ancora con i cittadini, oggi a Roma, per la giornata Europea per la dignità del giornalismo e delle funzioni di garanzia democratiche.
Giornata di riflessione e di impegno civile alla quale la Federazione Nazionale della Stampa Italiana partecipa e interviene continuando un suo lavoro storico – fatto di battaglie per la libertà dell’informazione e per i diritti del lavoro per i
giornalisti – in coerente sviluppo con la grande manifestazione di Piazza del Popolo del 3 ottobre scorso. L’iniziativa di oggi sta dentro il programma della Federazione Europea che, da tre anni, ogni 5 novembre, celebra la giornata “Stand Up for Journalism”, appuntamento di riconsiderazione della dignità di una professione che vuole operare con la schiena dritta e che rivendica le condizioni perché ciò non sia mai un problema su chi fa giornalismo.
L’informazione è libertà. L’abbiamo sempre detto e non ci stancheremo mai di ripeterlo non per sottolineare uno slogan ma per dare senso, giorno dopo giorno, al nostro lavoro di giornalisti e di sindacalisti di una categoria che, professionalmente, con responsabilità deontologica, autonomia e indipendenza, è chiamata ad offrire ai cittadini il pane buono per il tempo che viviamo: l’informazione, appunto, sui fatti che contano per la vita di ciascuno e delle comunità, senza censure né autocensure, lottando per questo contro ogni tentativo di ingerenza di qualsiasi potere.
I fatti e le voci, tutte, debbono poter circolare liberamente, perché questa è condizione di libertà, di dignità, di cittadinanza di ogni persona. Al giornalismo è chiesto di essere frutto di una funzione, di una garanzia democratica esercitata secondo i princìpi delle convenzioni internazionali per i diritti dell’uomo e le previsioni delle costituzioni democratiche. Quella italiana,
per quanto ci riguarda in primo luogo. Ma questa funzione è sotto tiro da tempo, come lo sono i poteri indipendenti di garanzia definiti dalla Costituzione della Repubblica Italiana.
L’equilibrio tra libertà di informazione e diritto di cronaca è da sempre precario e tuttavia non c‘è dubbio che gli attacchi alle autonomie di queste funzioni siano un problema molto delicato che richiede capacità di sostenerne fino in fondo l’indipendenza, perché le fondamenta della nostra Costituzione non siano intaccate. Se venissero meno, per legge, con il Disegno di legge Alfano sulle intercettazioni ed i divieti al diritto di cronaca o con certi propositi ispiratori di una legislazione (che vorrebbe mettere sotto il controllo degli esecutivi l’esercizio dell’azione penale) tutte le funzioni di garanzia che presiedono alla convivenza civile sarebbero mutilate.
La giornata di oggi, ha visto nella sede della Federazione della Stampa (5 novembre - sala Tobagi – ore 10,30- 13.30) a Roma confrontarsi giornalisti, magistrati, politici, rappresentanti delle forze sociali e sindacali, sarà un occasione in più per tentare di tenere vivo il senso delle regole che ci tengono insieme e che liberano, attraverso il bilanciamento di funzioni democratiche, le migliori energie che ogni società può esprimere. Si è trattato anche di un’occasione per riprendere, uno ad uno, i temi della manifestazione del 3 ottobre in Piazza del Popolo a Roma: libertà, qualità dell’informazione, standard europei e non solo nazionali per correggere le disfunzioni del conflitto di interesse e delle concentrazioni, per garantire pluralismo, liberando il mercato pubblicitario e aprendo realmente quello televisivo senza che nessuno debba immaginare di limitare la propria attività per non rischiare ritorsioni; per un servizio pubblico
da liberare dalla politica e dalle ingerenze improprie di ogni potere.
Per i giornalisti, la giornata della dignità del giornalismo in Europa è anche l’occasione per ricordare il peso della crisi economica e finanziaria che in ogni Paese sta interessando il settore dei media: calo nella diffusione dei giornali, pesante riduzione degli introiti pubblicitari, forte contrazione degli organici redazionali con licenziamenti dei giornalisti, o, come accade prevalentemente in Italia ricorso agli ammortizzatori sociali per contenerne gli effetti diretti sulla vita delle persone e delle loro famiglie.
Tutto ciò senza dimenticare mai i fenomeni del precariato e delle illegalità che quando si manifestano nel mondo dell’informazione la feriscono proprio sul piano dell’effettiva disponibilità di questo bene e della libertà che contiene ed esprime. Ogni giornalista precario o sfruttato, pagato magari 3/5 euro ad articolo, è ferito nei suoi diritti, nella sua personalità. Quando, come capita in alcune aree di Italia, ognuno di questi colleghi è anche minacciato dalla malavita organizzata o da potentati locali, piccoli o grandi che siano, che magari intentano cause temerarie invocando risarcimenti civili milionari per notizie vere, ma per loro scomode, la situazione si fa nera. E’ possibile che in queste condizioni, chi non ha le spalle larghe, e necessarie tutele, si veda
costretto a fermarsi sul ciglio della notizia che conta. Questo non deve più accadere!
Il quadro non è luminoso. Il futuro dell’informazione è gravido di incognite. E’ necessario essere in campo. Giornate come quelle di oggi sono giornate per un’Europa dei cittadini e del lavoro, delle professioni e delle libertà”.

Stand up for journalism 2008